La Cisl Sicilia e la Filca Cisl Sicilia scrivono al vicepremier Luigi Di Maio

Palermo, 26 ottobre 2018

Comunicato stampa

La Cisl Sicilia e la Filca Cisl Sicilia scrivono al vicepremier Luigi Di Maio, in visita nell’isola: “Se domani ci fosse un terremoto come quello del 1693, a Catania ci sarebbero più di 150 mila morti e oltre 130mila senza tetto. Va riclassificato il rischio sismico di questo territorio, fra i più instabili in Europa, portandolo da classe 2 a classe 1”

Palermo – La Cisl Sicilia e la Filca Cisl Sicilia hanno scritto una lettera aperta al viceministro Luigi Di Maio, da oggi nell’isola, chiedendo che intervenga per la riclassificazione del territorio catanese da zona a rischio sismico 2 a zona a rischio sismico 1. “Secondo uno studio del servizio sismico nazionale, elaborato nel 2013 – affermano Mimmo Milazzo e Paolo D’Anca, segretario generale Cisl Sicilia e segretario generale Filca Cisl Sicilia – se a Catania si verificasse un terremoto di potenza uguale a quello del 1693, nella città ci sarebbero oltre 150 mila vittime e più di 130 mila senza tetto. Un evento di queste dimensioni non è da escludere: un report dell’Ordine regionale dei Geologi del 2013, conferma che in Sicilia la probabilità di un sisma di magnitudo 7, nei prossimi 150 anni, è del 99%”. Il territorio etneo, come sottolineano Milazzo e D’Anca, è impreparato rispetto al rischio sismico. “Catania, costruita ai piedi del più grande vulcano attivo d’Europa e sulla faglia siculo-maltese, è la città a più alto rischio sismico d’Europa – aggiungono il segretario generale della Cisl Sicilia e il segretario generale degli edili della Cisl nell’isola – ma gli edifici pubblici e privati non sono al riparo dalle conseguenze dei terremoti. La maggior parte del territorio è stata costruita negli anni del boom economico, con scarsa attenzione ai materiali, e la parte storica costruita fra il Settecento e l’Ottocento presenta ovvie criticità”. Per Mimmo Milazzo e Paolo D’Anca, è incomprensibile che la fascia etnea sia classificata come zona a rischio sismico 2 e non in zona a rischio sismico 1″.  “La classificazione attuale impedisce di accedere a una serie di agevolazioni – proseguono Milazzo e D’Anca – attraverso le quali, invece, potrebbe essere avviata una seria riqualificazione strutturale del territorio”. Il segretario della Cisl Sicilia e il segretario della Filca Cisl Sicilia, chiedono al vicepremier Di Maio, di intervenire in prima persona per quello che entrambi definiscono, “un atto di civiltà”. “Non si può negare ai catanesi il diritto di vivere in un luogo sicuro – chiosano Milazzo e D’Anca – la riclassificazione sismica di quest’area è un gesto doveroso nei confronti di migliaia di persone”.  (laco)

 

Laura Compagnino

lettera aperta On Di Maio

 

La Filca Cisl ha incontrato ieri 24 ottobre 2018, insieme alla Cisl di Catania e alla Fai Cisl, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci al Comune di Scordia, colpito dall’alluvione. D’Anca: “Pronti a fare la nostra parte per aiutare queste popolazioni”

La Filca Cisl ha incontrato ieri 24 ottobre 2018, insieme alla Cisl di Catania e alla Fai Cisl, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci al Comune di Scordia, colpito dall’alluvione. D’Anca: “Pronti a fare la nostra parte per aiutare queste popolazioni”

ALLUVIONE, OTTENERE DA ROMA LO STATO D’EMERGENZA Appello alla Regione domani, alle 15, Cisl etnea e Filca siciliana incontreranno il sindaco di Scordia nel catanese, pochi progetti per impiegare i fondi contro il dissesto idrogeologico contro il rischio alluvioni, 16 milioni da spendere ma solo tre progetti esecutivi

Catania, 23 ottobre 2018 – La Regione insista con governo nazionale per ottenere lo stato d’emergenza per le zone colpite dall’alluvione. Ma, nel frattempo, i Comuni siano messi nelle condizioni di approntare progetti adeguati per impiegare i finanziamenti contro il dissesto idrogeologico: nella recente riprogrammazione regionale, a Catania solo sei i progetti esecutivi su 20 rifinanziati.

L’appello è di Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, assieme a Paolo D’Anca, segretario generale Filca Cisl Sicilia, e Pietro Di Paola, segretario generale Fai Cisl Catania.

Domani, mercoledì 24 ottobre, alle 15, una delegazione della Cisl catanese e della Filca siciliana incontreranno il sindaco di Scordia, Francesco Barchitta. «Per portare non solo la nostra solidarietà – spiega Attanasio – ma anche vedere che cosa il sindacato può fare di concreto, anche assieme alle istituzioni, per le popolazioni del comprensorio e per rivendicare interventi non solo a livello regionale e nazionale ma anche europeo».

«L’alluvione e il maltempo ha messo in ginocchio il Calatino e distrutto colture di stagione – affermano Attanasio, D’Anca e Di Paola – e bene ha fatto il presidente Musumeci a fare già una prima destinazione di sei milioni di euro per i comuni interessati. Ora, occorre insistere con l’esecutivo nazionale per ottenere lo stato d’emergenza: non ci sono stati danni alle persone ma c’è un territorio la cui economia è stata messa in ginocchio e che va aiutato. L’agricoltura e il suo indotto, per la Sicilia, nel biennio 2015/2017 è stato un settore che ha contribuito come valore aggiunto per il 2 per cento alla sia pur contenuta crescita».

Per Cisl e Fai di Catania e Filca siciliana, però, c’è un’altra questione che va affrontata e risolta: la progettualità comunale per spendere i finanziamenti contro il dissesto idrogeologico. «Nello scorso mese di giugno – ricorda Attanasio – la Cisl aveva già messo in guardia del rischio di perdere i fondi della riprogrammazione regionale. Per l’area metropolitana catanese, ci sono 35 milioni di euro da spendere, ma di progetti esecutivi sui 20 rifinanziati ce ne sono solo sei».

In particolare, contro il rischio alluvioni, ci sono oltre 16 milioni da spendere, per di più nella zona pedemontana etnea, da Aci Castello fino a Maniace, per irreggimentare acque piovane, messa in sicurezza da esondazioni, bonifica di torrenti. Ma su 10 progetti rifinanziati solo tre sono esecutivi, 5 allo stato preliminare e due definitivi. Il più cospicuo è di 5,2 milioni ad Acireale, per la sistemazione idraulica tra S.Giovanni e Aci Platani, ma è allo stato preliminare.

«A presto – concludono Attanasio, D’Anca e Di Paola – incontreremo il presidente Musumeci e l’assessore Falcone, per chiedere quali interventi si possono fare per aiutare le amministrazioni comunali o la città metropolitana di Catania a mettersi nelle condizioni di poter progettare e così impegnare le risorse che la giunta regionale, con fatica, ha recuperato e messo a disposizione della lotta contro il dissesto idrogeologico siciliano».

(rn)

Dissesto idrogeologico, D’Anca (Filca Cisl): “Il 90% dei Comuni siciliani è a rischio. Governo Musumeci, associazioni datoriali e sindacati si riuniscano in una task force per non perdere 16 milioni di euro destinati all’isola”

Palermo – Il 90% dei Comuni siciliani ha aree a rischio idrogeologico. Questa la fotografia dell’ultimo rapporto redatto dall’Ispra secondo il quale 360 Comuni isolani hanno aree interessate a pericolosità da frana (elevata o molto elevata) o idraulica (elevata o molto elevata); circa 120 mila abitano nelle aree con pericolosità da frana e 20 mila in quelle a pericolosità idraulica. 50 mila edifici sono a rischio frane, 14 mila a rischio idraulico. “I drammatici avvenimenti di questi giorni – afferma Paolo D’Anca, segretario generale della Filca Cisl Sicilia – dimostrano la persistenza di una minaccia che ogni giorno incombe sulla nostra Regione. I dati Ispra parlano chiaro: la Sicilia è insicura sotto il profilo idrogeologico e senza interventi concreti, rimane dietro l’angolo il pericolo di un’eventuale tragedia, come quella di Giampilieri per citarne una”. Per il segretario generale degli edili della Cisl siciliana, è fondamentale che siano utilizzate subito le risorse stanziate per la Sicilia nel Fondo nazionale del Piano “ItaliaSicura”, che ammontano a circa di 16 milioni di euro (ben il 16% del totale nazionale di 100 milioni) mirato a finanziare un totale di 71 ulteriori progetti esecutivi. “Bene ha fatto il governo Musumeci a destinare sei milioni di euro in favore delle Province e dei Comuni che hanno subito pesanti danni dall’alluvione di questi ultimi giorni – prosegue D’Anca – condividiamo la necessità di dare un segnale concreto rispetto a una situazione di tale gravità. Siamo d’accordo anche sulla necessità di dare una scossa agli enti locali, affinché non si ripetano le pessime esperienze degli anni passati, a causa delle quali si registra oggi un notevole ritardo nella realizzazione delle opere pubbliche siciliane. Vanno velocizzati i procedimenti amministrativi all’interno della macchina burocratica regionale, che spesso purtroppo cammina a passo di lumaca”. La Filca Cisl Sicilia, come sottolinea il segretario Paolo D’Anca, propone l’istituzione di una task force che coinvolga sia le istituzioni sia le associazioni datoriali e le sigle sindacali. “È inutile che ciascuno segua un proprio percorso, visto che l’obiettivo comune è quello di portare a compimento le opere pubbliche, a partire da quelle per la messa in sicurezza e per la prevenzione del rischio idrogeologico – afferma D’Anca – è ora che tutti i soggetti con un ruolo attivo nel settore infrastrutturale e dell’edilizia ragionino insieme sui primi interventi da compiere e su come superare gli eventuali ostacoli burocratici. Confidiamo che la nostra proposta venga raccolta da tutti, per realizzare un piano speciale per la sicurezza del territorio siciliano”. (laco)

Palermo, 22 ottobre 2018

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